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Focus febbraio 2019

L’amatriciana dimenticata

Qualcosa si è mosso, grazie all’aiuto dell’Accademia.
 

A distanza di due anni e mezzo dal terremoto che ha colpito il Centro Italia, la situazione nei Comuni più disastrati appare bloccata: solite macerie, quasi nulla di ricostruito, solo casette gialle prefabbricate in condizioni disastrose. Dopo le passerelle dei politici (di ogni colore), le promesse solenni e i generosi contributi di tanti cittadini, poco o nulla è stato fatto per ripulire, ricostruire e dare dignità alle popolazioni che più hanno sofferto le morti dei propri cari e la distruzione di case e aziende.
I 15 miliardi a disposizione non sono stati spesi, sono bloccati da un micidiale intreccio tra mancanza di coordinamento, organici ridotti degli uffici che debbono approvare i progetti, la burocrazia asfissiante delle gare e la paura di finire indagati per cavilli procedurali. L’Accademia Italiana della Cucina, con grande sensibilità e generosità, raccolse circa 100.000 euro che furono suddivisi tra una ventina di aziende della ristorazione e delle attività di allevamento e agricole.
I denari furono consegnati subito e direttamente ai titolari.
L’Accademia poi assegnò il Premio Orio Vergani (un macchinario del valore di 10.000 euro) al distrutto Istituto Alberghiero di Amatrice trasferito “temporaneamente” a Rieti. A proposito dell’Alberghiero, diciamo la verità: chissà se verrà mai ricostruito ad Amatrice e, se anche lo fosse, chi vorrebbe andare a studiare, lavorare e vivere in una città fantasma, spopolata, abitata ormai solo da anziani, senza più un tessuto sociale ed economico. Oggi, nelle parole di un nostro Accademico che vive ad Amatrice, l’atmosfera è triste e carica di scontento e rabbia. La gente è bloccata, passiva, incattivita. Si sente la mancanza di una visione globale sul da farsi, di un coordinamento degli interventi mirati alla ricostruzione, di un rilancio delle attività produttive.
Talvolta arrivano dei pullman con la scritta “Pranzo ad Amatrice”: i turisti mangiano nella zona Food (donata), acquistano il “kit amatriciana” e subito ripartono. Noi siamo orgogliosi di ciò che, nel suo piccolo, l’Accademia ha fatto. Ci confortano i ringraziamenti di chi ha ricevuto il nostro contributo. Tra i tanti, riporto le toccanti parole di due beneficiari: un ristorante e un caseificio.

 

“A nome di tutto lo staff tengo a ringraziarVi ancora per la vostra gentilezza e disponibilità nell'aiutare chi come noi ha deciso di continuare a investire in questo territorio martoriato dal sisma, e di lottare ogni giorno contro molteplici difficoltà. Il vostro contributo è stato investito per l'acquisto di arredi e attrezzature per il bar che abbiamo aperto a marzo 2017 per dare un servizio a tutte le persone che sono rimaste qui anche nei mesi più difficili, nell'attesa di tornare ad aprire il nostro ristorante nella zona Food. Grazie di cuore”.

Hotel Ristorante Giovannino


“Siamo ancora grati per averci aiutato in maniera sostanziosa e concreta. Con il vostro aiuto siamo riusciti a migliorare il ciclo produttivo e acquistato nuovi macchinari per il nostro caseificio. In seguito all'evento sismico che ci ha colpito, ci siamo rimboccati le maniche al punto tale da aumentare la produzione, cosa che sembrerebbe da folli, vista la situazione tuttora emergenziale che ci circonda. Grazie ancora per il vostro grande aiuto”. 

Antonio e Paola Aureli


Paolo Petroni
Presidente dell'Accademia