Tu sei qui

Focus settembre 2018

Contrordine compagni! La Dieta Mediterranea fa male

L’ONU vuole tassare olio e formaggi, compresa la mozzarella di bufala.


Forse, qualcuno tra i meno giovani ricorderà le vignette surreali della serie “Contrordine compagni”, pubblicate da Giovannino Guareschi, sulle pagine di “Candido”, allo scopo di prendere in giro l’obbedienza cieca, pronta e assoluta al partito. Ci è venuta in mente questa antica esortazione leggendo la notizia che l’ONU vuole tassare olio e formaggi perché fanno male. L’ordine rivolto a noi beoti era chiaro: la Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità nel 2010, fa molto bene alla salute e allunga la vita. Questo regime alimentare privilegia cereali, frutta, verdura e olio d’oliva e consente un uso moderato di latticini e vino. Fesserie! L’Organizzazione mondiale della sanità vuole invece tassare olio d’oliva, formaggio grana e vino. Attacco micidiale ai prodotti italiani e cuccagna per i prodotti light, dietetici, delle grandi industrie multinazionali. E siccome siamo, appunto, beoti, è bene usare per legge etichette semplici, senza tanti numeri. Un bel semaforone che, quando è rosso, vuol dire “stop”: mangi questo tocchetto di parmigiano a tuo rischio e pericolo. C’è troppo sale ed è troppo grasso. Stesso stop anche per la mozzarella di bufala. Non parliamo dei micidiali prosciutti e altri affettati e persino la pizza napoletana, premiata dall’Unesco, avrebbe il bollino rosso. Vini off limits. Insomma, la tanto decantata Dieta Mediterranea, in pratica, diventerebbe sinonimo di un’alimentazione scorretta che mette a rischio la nostra salute. Ma siccome beoti non siamo, si comprende benissimo cosa c’è dietro tutto questo: l’interesse enorme delle multinazionali dei prodotti alimentari, oltre al disinteresse della nostra politica che di solito si sveglia, stupita, quando la frittata è fatta, frittatona con tante uova e parecchio sale. Alt. Bollino rosso. Come Accademia cercheremo di dare una mano a contenere questa follia, coinvolgendo pure l’Académie Européenne de la Gastronomie, anche se i tempi si sono fatti davvero stretti.
 

Paolo Petroni
Presidente dell'Accademia