L’eleganza dell’accoglienza rivela l’anima di Locatelli, che fu Il Verdi con i piatti degli anni ’80. Oggi, libero da panne e strutture, si esprime “come un ristorante di casa dove riscoprire sapori, origini dei prodotti, semplicità”, racconta lo chef Federico Trobbiani. “Sono tante le situazioni che cambiano la vita”, continua Andrea Locatelli con gli occhi che interpretano la sua Milano che ha tarpato le ali durante la nuova apertura a ridosso del lockdown per riconvertirsi in un luogo intimo dal profumo della tradizione che accompagna tante storie e disegna i sogni del presente. Accolti dal mondeghilo; a tavola regna il riuso, il dettaglio e la sapienza: una focaccia con farina di scarto di verdure e burro al porro; a seguire nuovi piatti di sapori e contrasti, acidità e dolcezze, creati per la Delegazione e poi pubblicati in carta. Un insolito fluttuare al palato per il finale con un infuso al gin. Ringraziamenti all’Accademico Paolo Sacchi Nemours, che l’ha fatto riscoprire.

