Tu sei qui

Liguria

MESCCIUA

Mettere a mollo in acqua fredda la sera precedente, in tre tegami diversi, i legumi e il farro; mettere nei ceci e nei fagioli un pizzico di bicarbonato per renderli più teneri. Dopo almeno dodici ore di ammollo, cuocere ceci, fagioli e farro separatamente, perché hanno tempi diversi di cottura. Al termine, scolarli e unirli in un’unica zuppiera insieme a poca acqua di cottura. Quindi aggiungere olio con un’abbondante macinata di pepe. Servire ben caldo.

BIANCO E NERO

In un ampio tegame far fumare dell’olio d’oliva fragrante, avendo disposto sul fondo alcune foglie d’alloro fresco. Gettare poi simultaneamente le interiora dell’agnelletto fatte a pezzetti e rimestare con un cucchiaio di legno onde evitare che si attacchino. La cottura si conclude in pochi minuti in olio bollente. Aggiungere sale e servire in piatti caldi, versando succo di limone sulla carne.
Si tratta di una ricetta antica e oggi alquanto rara.

LATTE DOLCE

Sbattere i rossi con lo zucchero normale; aggiungere limone, marsala, farina e latte. Mettere sul fuoco e far addensare; riporre in una ciotola; quando è freddo coprire con i bianchi montati a neve con zucchero a velo e spolverare di cacao.

PANDOLCE

Versare la farina su una madia e formare un mucchio con un buco al centro in cui si versa un bicchiere di acqua con il lievito; impastare la parte liquida con parte della farina e formare una pasta dura che si farà poi riposare per circa otto ore dopo averla coperta con un foglio di carta e una coperta di lana. Passato il tempo, tornare a impastare con il rimanente della farina, aggiungendo ancora un po’ di acqua tiepida e unendo via via lo zucchero in polvere, il burro liquefatto, il vino marsala, l’acqua di fior d’arancio.

TORTA PASQUALINA

Per la preparazione della pasta, lavorare la farina con l’acqua e un’abbondante cucchiaiata di olio. Aggiungere nell’impasto un pizzico di sale. Lasciarlo riposare con una salvietta bagnata sotto e una asciutta sopra. Pulire le bietole eliminando le coste e le nervature, tagliarle a listarelle e, poi, lessarle in acqua leggermente salata; strizzarle e stenderle su un vassoio con sale, parmigiano grattugiato e maggiorana tritata. A parte va strizzata su un telo pulito la quagliata (o la ricotta piemontese) in modo da far espellere il siero.

TRIGLIE ALLA PASTA DI MANDORLE

Togliere la pellicola alle mandorle e tritarle finemente o pestarle con il mortaio, aggiungere lo zucchero e amalgamare bene con l’aiuto di un po’ d’acqua di fior d’arancio; coprire e lasciar riposare per dodici ore. Spruzzate con liquore alchermes per dare il colore, formare dei piccoli pesci, mettere in forno caldo per circa dieci minuti.

SUGO (TOCCO) DI PESCE

In un tegame apposito, con un filo d’olio, aglio e coperchio, lasciar aprire i muscoli a fuoco vivo dopo averli ben raschiati e lavati. Scolarli tenendo da parte il liquido, che va filtrato e tenuto in caldo insieme alla valva piena del muscolo. Pulire i pomodori (se si usano) privandoli di buccia e semi, eliminare l’acqua di vegetazione. Pulire anche il pesce. Tritare aglio, prezzemolo e acciughe diliscate; scaldare il tutto nell’olio. Volendo, aggiungere a questo punto gli spicchi di pomodoro, salarli per bene e asciugarli a fuoco vivo.

SCIUMETTE

Montare a neve i bianchi d’uovo, unire il burro e la vaniglia in polvere. Fare bollire il latte e, quando prende il bollore, aggiungere gradualmente la chiara d’uovo montata in modo che nel liquido si depositino dei piccoli fiocchi che si riprenderanno immediatamente. Levarli dalla pentola con un mestolo forato e lasciarli gocciolare in un colapasta. Nel latte che si sta raffreddando unire farina e zucchero.

SBIRA

Disporre nelle scodelle pane tostato, inzuppato di brodo bollente e ricoperto di parmigiano grattugiato. Aggiungere patate lesse a pezzi, qualche cucchiaiata di trippa in umido e, a piacere, qualche cucchiaio di sugo della trippa.
Il termine “sbira” può avere vari significati. Può derivare da sbirri, cioè guardie daziarie. Ma anche da sbiro che in genovese significa gaglioffo: quindi una minestra da poveri.

RISO IN CAGNONE

Portare fino a metà cottura il riso in acqua bollente con pochissimo sale; scolarlo e passarlo in una casseruola con abbondante sugo di carne, nella quale sia stata sbriciolata la salsiccia.
Quando il riso è cotto, spegnere il fuoco e mantecare con burro fresco e formaggio grana grattugiato. Se il riso tende ad asciugare il sugo, prima della mantecatura, aggiungere un po’ di brodo. Servire caldo.